Nel mondo della psicoterapia esistono diversi tipi di orientamenti e scuole di pensiero: tra questi ,quello sistemico-relazionale prende in considerazione ogni individuo come parte di un sistema. Nasce tra gli anni ‘50 e ‘60 e spiega il comportamento attraverso le interazioni e le relazioni che ogni persona intrattiene con i vari sistemi.
Tutti noi veniamo al mondo inseriti in un sistema di tipo aperto, con speciali regole e in continua crescita, ovvero la propria famiglia. Durante l’arco della vita si entra però in contatto con ulteriori sistemi come quello scolastico, relazionale (amici) e lavorativo.
Detto ciò, il sintomo che il paziente presenta al terapeuta ha sempre un’origine relazionale ed è spesso collocato al di fuori della consapevolezza. Rappresenta un “avviso” che un qualcosa non va: il malessere esperito è quindi il miglior mezzo che la persona ha trovato per affrontare il problema.
Valutare i vari disturbi è quindi impossibile se non si hanno presente i contesti in cui si sviluppano. Scambi e interazioni all’interno della famiglia sono infatti elementi molto importanti che possono contribuire alla creazione, alla continuità oppure alla scomparsa dei sintomi di un suo membro. A questo si aggiunge il concetto di prospettiva intergenerazionale, la quale va a prendere in considerazione non solo i rapporti con la famiglia stretta ma anche gli elementi distintivi familiari che si sono susseguiti nel corso delle generazioni (regole, copioni, miti ecc…)
La circolarità è un altro concetto molto importante. Solitamente si considerano le interazioni, anche interpersonali, come un fenomeno causa-effetto. Secondo l’orientamento sistemico-familiare non è del tutto vero, il comportamento non ha un’influenza unidirezionale ma anzi di tipo circolare. Significa che il comportamento di A influenza B e la sua risposta, che a sua volta influenza anche A. Questo che cosa significa? All’interno di ogni relazione osserviamo comportamenti che influenzano e che sono a loro volta influenzati dai comportamenti delle altre persone, in modo più o meno consapevole.