Le nostre convinzioni sulle possibili conversazioni con gli estranei possono impedirci di averle
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Ripensa all’ultima volta che hai utilizzato il trasporto pubblico. Cosa facevano la maggior parte delle persone? Se si tratta di aerei, treni, autobus o metropolitane su cui capita anche a me di viaggiare, la gente probabilmente se ne stava per conto suo. Lavorando o scorrendo un banale feed di social media sui loro smartphone, la maggior parte delle persone che osservo sono semplicemente nel loro piccolo mondo. Ma cosa succederebbe se fossimo costretti a interagire con degli estranei? Avremmo paura di conoscere l’altro?
Esperimento dell’Università di Chicago
I ricercatori di scienze comportamentali dell’Università di Chicago hanno condotto una serie di esperimenti per testare proprio questo interrogativo. Centinaia di pendolari di autobus e treni sono stati assegnati a una delle tre condizioni: 1) interagire con un estraneo; 2) rimanere disconnessi (seduti in solitudine); o 3) fare il pendolare come farebbero normalmente. Inoltre, a un gruppo separato di partecipanti allo studio è stato chiesto di prevedere quale percorso avrebbe portato all’esperienza percepita come più positiva. La maggior parte dei partecipanti ha previsto un’esperienza più positiva in solitudine, ma i risultati effettivi sono stati completamente opposti. I partecipanti hanno riportato un’esperienza più positiva (e non meno produttiva) quando si sono relazionati con gli estranei rispetto a quando non l’hanno fatto.
Esperimento di Nicholas Epley
Più recentemente, Nicholas Epley e il suo team hanno replicato ed esteso questo studio con un gruppo di partecipanti che facevano i pendolari dentro e fuori Londra. Allo stesso modo, il nuovo studio ha scoperto che i pendolari a cui è stato chiesto a caso di avere una conversazione con uno sconosciuto hanno avuto un’esperienza più positiva e hanno riferito di essere più propensi a parlare di nuovo con uno sconosciuto rispetto a quei partecipanti a cui è stato detto a caso di sedersi in solitudine o fare quello che avrebbero fatto normalmente durante il loro tragitto.
Cosa ci impedisce di parlare con gli sconosciuti
Gli esseri umani sono naturalmente portati a cercare gli altri, quindi cosa rende così difficile parlare con gli estranei? Nonostante il fatto che a molti di noi sia stato detto dai nostri genitori e insegnanti di non parlare mai con gli estranei, la risposta più semplice è che sono le nostre stesse supposizioni a fermarci. Epley e i suoi colleghi hanno scoperto che i partecipanti: (1) presumevano che iniziare le conversazioni sarebbe stato più difficile che terminarle; (2) si aspettavano che solo una piccola percentuale di persone sarebbe stata disposta a parlare con loro; e (3) avevano incertezze sull’interesse o la volontà degli altri di impegnarsi in una conversazione. Questi presupposti creavano la paura di essere rifiutati o di essere percepiti come maleducati; tuttavia, i partecipanti allo studio hanno scoperto un risultato contrario in tutti e tre gli aspetti. Sfortunatamente, è probabile che queste supposizioni si auto-avverino: credere che gli altri non siano disposti a relazionarsi impedisce di provare e quindi imparare che molti sconosciuti sono in realtà aperti ad avere conversazioni. La pandemia non ha reso e non rende tuttora questo più facile, e le regole di sicurezza e di distanziamento personale sono un fattore determinante.
Benefici del parlare con gli estranei
Parlare con degli sconosciuti può rivelarsi molto positivo e gratificante, questo conduce non solo ad instaurare delle conversazioni, ma anche a creare delle relazioni sociali. Ad esempio può rivelarsi interessante parlare con un collega di lavoro che non si conosce o un nuovo compagno di scuola. Spesso accade che nei dialoghi con persone che non conosciamo gli argomenti siano abbastanza poveri di contenuto o di routine, ma è proprio la breve durata della conversazione che può darci la possibilità di renderla molto interessante e con aspettative diverse visto che con ogni probabilità una persona incontrata sul pullman è difficile che si possa vedere nuovamente.Secondo uno studio di Elizabeth Dunn, una professoressa di Psicologia dell’Università British Columbia, dialogare e instaurare relazioni sociali con persone che non conosciamo rende più allegri. Questo perché favorisce la sensazione di essere parte di una comunità.
Paura di conoscere l’altro
Avere a che fare con qualcosa che non conosciamo ci fa paura e questo porta a chiudersi. Oggi però su questo tema esiste una forte contraddizione. E’ poco contemplato che le persone instaurino una conversazione con degli estranei sul pullman o con il tassista, eppure online conoscere degli sconosciuti e dialogarci è molto più facile che avvenga. Probabilmente il fatto di essere dietro ad uno schermo e non “vis à vis” riesce a dare quella sicurezza necessaria per permettere che si instaurino delle conversazioni. Oggigiorno non è neanche così impensabile che dietro allo schermo si celino persone che sono l’opposto di ciò che vediamo online. Un programma su MTV chiamato Catfish mostra come molte persone affidino i loro sentimenti a persone che non hanno mai visto nella realtà: si innamorano, inviano denaro, soffrono per qualcuno che è sconosciuto sotto ogni punto di vista. Queste relazioni possono persino durare degli anni, ma la conclusione è quasi sempre la medesima nel momento in cui queste due persone si incontrano. E’ interessante vedere nel programma come reagiscono i soggetti “truffati” perché emerge chiaramente dalle loro espressioni che rimangono sbigottiti. Si trovano davanti persone completamente diverse dalle immagini viste fino al giorno prima, immagini viste per molti e molti anni. Esistono quindi due estremi: una sfiducia totale in ciò che non si conosce oppure una fiducia cieca. Risulta necessario trovare il giusto equilibrio tra queste due realtà che possono caratterizzarci contemporaneamente. Online è sempre necessario porre un’attenzione maggiore nei confronti di chi non si conosce, ma dal vivo è differente e soprattutto varia molto l’intento con cui si parla ad uno sconosciuto. Se l’intento è puramente volto a fare due chiacchiere non è necessario tirare su dei muri altissimi, ma se l’intento è proporre l’inizio di un qualsiasi tipo di relazione è sempre utile porre un’attenzione più mirata.
Conclusioni
Molte persone, seppur a livelli diversi, si trovano a sperimentare una condizione di solitudine, aggravata dalla pandemia. Il nostro mondo si sente più diviso ogni giorno che passa, eppure le conversazioni con gli estranei possono davvero aiutarci a vedere che siamo molto più simili di quello che le notizie vorrebbero farci credere. Tutti noi sperimentiamo l’amore, il dolore, le lotte di relazione, il lavoro, gli ostacoli, indipendentemente dalle circostanze. Assumendo un livello di comfort appropriato e rispettando le regole generali imposte dalla pandemia, può essere sempre un buon momento per iniziare una conversazione con una persona che non si conosce. Non si sa mai dove questo incontro potrebbe portare.